Viaggi reclusi


Parlare di viaggi, qui dentro, sembra un controsenso, una provocazione. 
Chi non può scegliere il proprio percorso, neanche all'interno delle mura che lo chiudono, può forse sentirsi turbato dalla proposta di un’insegnante sconosciuta che propone il viaggio come argomento iniziale dell’anno da trascorrere insieme. 

Ma in realtà, cos'è un viaggio? Cosa ci viene in mente, se sentiamo pronunciare questa parola? 
Sulla lavagna, scritta al centro, si incorona di frecce, che ne indicano i diversi significati, le diverse memorie che fa riaffiorare: viaggi per turismo, viaggi di lavoro, viaggi con la famiglia, viaggi nel tempo, viaggi nello spazio, viaggi nella memoria, viaggi nella coscienza, viaggi per mare, viaggi per terra, viaggi con la fantasia, viaggi sognati, viaggi tossici, viaggi obbligati, viaggi desiderati, viaggi allegri, viaggi orribili, viaggi insieme, viaggi solitari… 
Immediatamente si apre un universo di possibilità, si realizza che lo spazio limitato della lavagna non ce la fa a contenere l’infinita possibilità di declinare contenuti, ricordi, emozioni, desideri, legati a questa semplice parola. Nasce il desiderio di raccontarli, di condividerli, di parlarne insieme. Ma dare voce a ciò che compare nella mente non è sempre così semplice, e ancora meno lo è riuscire a dare corpo, scrittura, a ciò che vogliamo raccontare. 
Così, in un lungo percorso di diverse settimane, si analizzano, commentano, provano insieme le diverse forme in cui la narrazione si può strutturare: il diario, la lettera, la guida turistica, l’articolo di giornale, il racconto… si scopre che ogni testo ha le sue regole, le sue caratteristiche che lo rendono riconoscibile, e ci si sente più sicuri nell'affrontare l’impegno di raccontare agli altri il proprio viaggio, scegliendo la forma che ci è più congeniale. L’obiettivo condiviso è raccogliere le storie di tutti in un’antologia di classe da leggere insieme e conservare.
Quando finalmente la penna tocca la carta, ci si accorge che raccontare è un mezzo potente: permette di dare sostanza alle emozioni, di confinare le paure, di rivivere la dolcezza di giorni ormai lontanissimi. 
I viaggi ci portano lontano, raccontano storie diversissime. 
Per qualcuno è l’occasione di parlare di tutta la vita, rivivendo il ricordo struggente o dolorosissimo dei primi viaggi con la famiglia d’origine; per altri è la possibilità di condividere la paura, la fame, l’angoscia e le ferite insanabili del viaggio dal centro dell’Africa all'Italia, avendo passato l’inferno del deserto e della Libia; per qualcuno il ricordo di allegre vacanze in famiglia nei giorni più belli che si possano ricordare; per altri quello della fuga, appena adolescenti, dalle proprie case nordafricane, dell’ultimo abbraccio con una madre mai più vista e infinitamente desiderata, per seguire il sogno di una più facile ricchezza; per qualcuno la più bella avventura mai vissuta, il viaggio a piedi dall'Italia alla Spagna attraversando i Pirenei con un amico; per altri il peggiore degli incubi: il viaggio nero che ti strappa dai tuoi affetti per trascinarti qui dentro privandoti di ogni dignità.
Mille possibili viaggi, mille possibili storie. 
Mille primi capitoli di quella “storia di sé” che quest’anno proveremo, insieme, a raccontare.

Commenti

  1. Il percorso è molto interessante, ma richiede tempi molto lunghi che esulano dai percorsi scolastici classici preposti a rilasciare attestati. Si potrebbe affiancare con delle ore aggiuntive ai corsi scoladtici

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